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Mio figlio crede ancora a Babbo Natale

Babbo Natale è una Magia, finchè ci credi Lui ci sarà

I vostri bimbi ci credono? vi riporto un articolo molto interessante...

Buona lettura Mamme!!!

Cosa prova un bambino quando smette di credere a Babbo Natale? Mio figlio Simone ha ormai nove anni, anche quest’anno ha scritto diligentemente la sua letterina e me l’ha consegnata fiducioso insieme a quelle dei suoi fratelli, redatte sempre da lui perché loro di anni ne hanno solo tre. Io avevo sempre pensato che crescendo avrebbe smesso di credere spontaneamente e in modo indolore all’esistenza di questo personaggio favoloso. Né io né mio marito ricordiamo come e quando l’illusione è finita. E da un rapido sondaggio tra i colleghi qui in redazione mi sembra che sia lo stesso per la maggioranza di noi. Insomma avevo preso la cosa del tutto sottogamba fino a qualche giorno fa quando ho cominciato a pormi il problema ed ho scoperto che, secondo gli esperti del campo,l’addio a Babbo Natale rappresenta un passo cruciale, quasi un rito iniziatico di passaggio nel mondo dei grandi e diventa un momento di crisi per un bambino su due.

Simone è grandicello, è un bambino sveglio e intelligente. Come mai non ha ancora fatto due più due? Certo devo ammettere che io mi sono data da fare per tenere in vita la favola. Noi passiamo sempre il Natale nella campagna umbra, un luogo già magico di per sé dove la notte il cielo è pieno di stelle ed è facile immaginare che elfi e folletti si aggirino all’ombra degli ulivi. E lì Babbo Natale è sempre arrivato scendendo dal camino di soppiatto e presentandosi all’improvviso davanti agli ospiti. Non dimenticherò mai gli occhi sgranati e l’emozione di mio figlio quando gli strinse la mano a tre anni: “I am Simone” gli disse pensando che parlasse solo inglese. Ho ereditato da mio nonno materno l’arte dello stupire. Lui amava lasciare tutti di stucco. Quando mia mamma e i suoi fratelli erano piccoli il giorno del’Epifania nascose un registratore sotto il divano (uno dei primi in commercio) e fece partire il nastro con su incisa la sua voce che raccontava la storia della Befana. Per i bambini fu una magia strabiliante che ancora oggi viene raccontata alle nuove generazioni. Ecco io ho voluto seguire le sue orme. All’inizio a travestirsi da Babbo Natale era uno della famiglia ma poi ho pensato che sarebbe stato facilmente scoperto e così l’anno scorso ho scovato a Perugia un’agenzia specializzata che ti fornisce il servizio a domicilio. In questo modo probabilmente ho prolungato la permanenza di mio figlio nel mondo della fantasia ma, ora mi chiedo, ho fatto bene? Gérald Bronner, sociologo all’Università di Strasburgo, in un’articolo uscito sulla rivista Le Scienze raccomanda “una rottura progressiva” che “permette al bambino di preparare il proprio sistema cognitivo ad affrontare la verità”. Mai dire, dunque, la verità all’improvviso. “Questi miti – scrive – sono spesso percepiti come una bambinata senza importanza dai genitori che tendono a considerare Babbo Natale una tappa necessaria della crescita. In questo modo, però, sottostimano due aspetti: da un lato il fatto che questa tappa possa essere delicata nella costruzione del sé, perché non si tratta solo della scomparsa di una credenza, ma coinvolge la natura dei legami che il bambino intrattiene con le persone che gli stanno intorno e che gli hanno mentito. Inoltre, sottostimano le capacità logiche del bambino, mentre è proprio in qualità di piccolo essere razionale che il bambino aderisce a questo mito, incredibile agli occhi dell’adulto, ed è sempre come piccolo essere razionale che se ne sbarazza”.

Secondo Bronner, che ha condotto una ricerca su 142 bambini, la credenza viene messa in dubbio da tre fattori: la dissonanza (la scoperta di falsi Babbi Natale come il papà travestito o il trovare dei regali nell’armadio ben prima dell’evento), la concorrenza ( i dubbi dei compagni), el’incoerenza (come può un signore così vecchio fare il giro del mondo in una notte? E dove li mette tutti quei regali?). Fatto sta che a volte la delusione può causare dei veri e propri traumi e portare il bambino a dubitare del mondo degli adulti. Come evitarlo? L’altro giorno mio figlio mi ha detto che la sua migliore amica gli ha suggerito di tirare la barba a Babbo Natale per vedere se è veramente quello che arriva dalla Norvegia. Io inorridita gli ho chiesto se pensava di seguire il consiglio. E lui mi ha risposto: “Non farei mai una cosa del genere, mamma”. Ma l’episodio è il segno che il momento cruciale è arrivato. Un’analista freudiana da me consultata sul da farsi mi ha consigliato di instillare piano piano il dubbio sull’esistenza di Babbo Natale lasciando che faccia effetto senza insistere troppo e di dare a Simone una piccola gratificazione coinvolgendolo nel mantenere la finzione con i fratellini in modo da farlo sentire grande.

E voi? Vi ricordate quando avete smesso di credere a Babbo Natale? Come avete deciso di comportavi con i vostri figli? Una mia amica ieri mi ha detto che lei alla sua bambina dirà che i regali li portano i genitori: “Non voglio che pensi che siamo dei bugiardi”. Ma è giusto privare l’infanzia della fantasia? Non è meglio far vivere i nostri pargoli nel Paese delle meraviglie finché dura l’incanto?

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