Mamma mi annoio!
A quanti di voi è capitato di sentirsi dire così dai propri figli? Sicuramente a tutti e in particolar modo d’estate quando il tempo passa più lento e le giornate sono meno frenetiche.
Accade più spesso in città che non al mare sui monti, ma purtroppo la noia è qualcosa che può essere sempre presente che spaventa i bimbi ed anche i genitori di oggi.
Probabilmente la noia fa paura poiché scatena la nostra difficoltà a sopportare la frustrazione ed avere un ruolo attivo. Ma all’ interno di questo processo nasce la creatività ed il bambino riscopre se stesso al di fuori della frenesia quotidiana.
La tendenza dei genitori è quella di riempire il tempo dei figli. Basti pensare alle tante attività extrascolastiche che i bimbi già svolgono durante gli anni della scuola primaria ma anche alla scuola dell’infanzia.
Forse l’estate è anche il tempo giusto per scoprire davvero tutti “chi siamo” davvero al di là dei condizionamenti e dei tempi prefissati della routine.
In età evolutiva la noia è un vuoto che chiede di essere riempito ma non è consigliabile farlo nel modo più semplice, ovvero con gli schermi. Tali dispositivi, se non regolamentati, assorbono l’interesse del bambino che diventa un utente passivo.
In età scolare il bambino non può affrontare le giornate estive da solo senza un supporto e quindi è necessario dare degli spunti, delle idee o anche delle attività da svolgere entro un determinato momento della giornata in modo che il bambino poi possa organizzarsi autonomamente.
A seconda dell’età, l’adulto deve mettere a disposizione strumenti diversi; tra i 4 ed i 6 anni si può offrire il necessario per disegnare ,creare, incollare poiché a quell’età la creatività è il naturale modo d’esprimersi dei bambini.
Tra i 7 ed i 9 anni bisogna cercare di stimolare i bambini alla lettura, compagna di mille avventure e dall’indiscusso carattere formativo.
Per tutti va benissimo il gioco libero da soli o in gruppo, all’aria aperta.
In merito ai campus estivi a cui tanti genitori devono fare riferimento in estate è consigliabile cercare di trovare campus stimolanti e formativi dove si possa scoprire qualcosa di diverso da quello che si fa durante l’anno e vanno privilegiati i campus dove si gioca a gruppi e la cooperazione ha più importanza della competizione.
Martina Berta