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Cosa fare se lo stipendio della mamma è inferiore o pari al mensile di nido o baby sitter?


Molte sono le mamme che una volta finito il periodo di maternità tornano a lavorare, questo può avvenire sia per scelta personale sia per garantire al proprio nucleo familiare un reddito maggiore e quindi far fronte alle diverse spese giornaliere contando su un doppio stipendio, che in alcuni casi è di fondamentale importanza. E così le mamme si trovano a dover scegliere tra scuola, nonni o baby sitter per lasciare i bimbi in buone mani durante la loro assenza.

Quando il bambino è piccolo si prende in genere una tata full time che in genere richiede una retribuzione che spesso risulta pari allo stipendio della mamma. E la situazione permane anche quando il bimbo va al nido, perché tra retta scolastica e baby sitter, spesso si tende anche a superare lo stipendio della mamma. Dunque, in famiglia nasceranno frustrazioni, sensi di colpa, ma soprattutto dubbi:


…Ne vale veramente la pena?


Molti (me compresa) a primo impatto consiglierebbero, a questo punto, alla neo mamma di restare a casa e di badare in prima persona ai propri bambini anche perchè le donne spesso soffrono a non stare con i propri bambini e a non portare avanti la casa nel migliore dei modi, e quando il gioco non vale la candela, ossia quando le entrate sono troppo misere per rappresentare una ragione convincente per restare fuori casa, il discorso diventa ancora più pesante.

La risposta a questa domanda non può essere generica e oggettiva ma è assolutamente personale e merita di essere ponderata a lungo…

Innanzi tutto bisogna considerare il fatto che i bambini crescono per cui tate e nido non servono per sempre, mentre un lavoro, quello, serve per tutta la vita e sulla scia di questo è meglio restare nel mondo del lavoro guadagnando poco piuttosto che uscirne senza sapere quando si potrà rientrare (considerato anche il fatto che oggi i figli si fanno sempre più tardi e che quindi sarebbero per lo più donne quarantenni a tentare di trovare un impiego, una missione molto difficile…considerata l’età e considerata la crisi attuale.)

Bisogna poi analizzare lo stipendio del proprio partner e capire se effettivamente esso possa bastare per vivere dignitosamente, e per farlo bisogna anche tenere conto se quest’ultimo lavora presso enti statali e sicuri o se invece è un dipendente privato, perchè nel secondo caso infatti, si tratterà sempre di un lavoro precario che non può essere dato per scontato.

C’è poi da valutare gli orari di lavoro ed il tipo di lavoro. Se una mamma svolge un lavoro part time o che la tiene impegnata mezza giornata, conciliare casa, famiglia e lavoro sarà difficile ma non impossibile mentre per una mamma che lavora full time dalla mattina alla sera allora il discorso cambia, l’atmosfera si fa pesante, e badare a casa, figli, marito, cucina, e quant’altro diventa praticamente un’utopia se anche il marito lavora.

Infine c’è il rovescio della medaglia, da tenere ugualmente in conto, ovvero che un’indipendenza economica è fondamentale per la donna, più che altro perchè non si può mai sapere cosa ci riserva il futuro e sono tante le mamme finite per strada assieme ai propri figli o costrette a chiedere aiuti e mantenimenti dopo essere state lasciate dai propri mariti.

Insomma non si può consigliare ad una mamma di lasciare il proprio lavoro oppure di continuare a farlo pur essendo infelice e frustrata. Ogni donna sa cosa è meglio per se e soprattutto per i propri bambini. Il consiglio è quello di valutare bene le vostre scelte e di provare a conciliare le due cose armoniosamente magari con un lavoro part time o un piccolo lavoretto extra anche se precario ma che serva per darvi carica, svago, soddisfazione e per far quadrare i bilanci e tamponare gli imprevisti.


Lilla

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