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CARDIOPATIA E GRAVIDANZA



Cardiopatia e gravidanza? Il primo suggerimento è quello di affidarsi a un Centro specializzato, che possa aiutare la donna a pianificare la gravidanza nel modo migliore possibile e che la accompagni poi nel corso dei nove mesi, con un percorso fatto di controlli ad hoc.


Alle seguenti domande risponde il Responsabile della Cardiologia Pediatrica di Niguarda.


E' frequente il riscontro di una cardiopatia in gravidanza?

Si stima che circa lo 0.2%-4% delle gravidanze avvenga in donne con una cardiopatia. Il numero di questi pazienti è in progressivo aumento, tra i motivi ci sono il miglioramento dei risultati del trattamento delle cardiopatie congenite e l'innalzamento dell'età in cui si cerca una gravidanza con un aumento della prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare. Tra le cause rientrano anche il fenomeno dei flussi migratori. In questi casi, infatti, le donne con cardiopatie vengono spesso riconosciute come tali solo al momento della gravidanza.


Quali sono le patologie più comuni?

Le cardiopatie congenite sono quelle di gran lunga più frequentemente riscontrate (74%), seguite dalle cardiopatie acquisite (22%) e dalle aritmie (4%). Tra le cardiopatie acquisite le valvulopatie sono quelle più comuni (65%), seguono le cardiomiopatie (26%) e la cardiopatia ischemica (9%).


E' possibile anticipare il rischio di complicanze?

In presenza di una cardiopatia nota il rischio di complicanze può essere controllato con la programmazione della gravidanza e il trattamento preconcezionale di quelle problematiche che potrebbero avere un impatto negativo durante la gravidanza stessa. Tra le misure precoci da adottare ci sono anche la pianificazione del follow-up durante tutta la gestazione e il counceling genetico in presenza di una cardiopatia congenita o di una patologia su base genetica.


Quali farmaci si possono usare nei nove mesi?

Sebbene la maggior parte dei farmaci cardiovascolari possa essere utilizzato durante la gravidanza, il loro impiego deve essere valutato in base al bilanciamento tra i rischi a cui può andare incontro la madre in caso di mancata assunzione della terapia e i rischi derivati per il feto. Generalmente tra la 6° e la 12° settimana di gestazione andrebbe sospesa ogni terapia. Nelle successive settimane andrebbero evitati quelli appartenenti a specifiche categorie come gli ACE inibitori, i sartanici e l'amiodarone. Gli anticoagulanti, invece, possono essere utilizzati seguendo precisi schemi terapeutici mentre l'acido acetilsalicilico non trova generalmente controindicazioni al suo impiego.


Quali procedure diagnostiche o terapeutiche si posso utilizzare in gravidanza? Ad esempio quelle che richiedono l'uso di raggi X...

In caso di necessità le procedure che richiedono l'utilizzo di raggi X come la coronarografia, l'impianto di un pace-maker o anche l'ablazione possono essere eseguite con relativa sicurezza purché si adottino tutte le misure necessarie per schermare l'addome della donna con le adeguate protezioni. Infine anche gli interventi cardiochirurgici in circolazione extracorporea possono venir eseguiti durante la gravidanza. L'indicazione va però ben ponderata perché possono esserci rischi importanti per il feto.


Chi deve seguire la donna con cardiopatia durante la gravidanza?

Deve essere seguita da un team multidisciplinare che oltre al cardiologo, al ginecologo, comprenda anche il genetista e il neonatologo.


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