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Quando è troppo presto!

I bambini nati pretermine vengono al mondo dopo una gestazione durata meno di trentasette settimane complete e presentano un peso adeguato in relazione alla durata della gravidanza.


Negli ultimi anni, grazie ai progressi dei reparti di neonatologia, di terapia intensiva neonatale e della medicina, sono molto aumentate le possibilità di sopravvivenza dei bambini nati in condizioni precarie. Per questo, il parto prematuro è un’evenienza che oggi spaventa e preoccupa meno i genitori, per le minori possibilità di complicanze anche nella crescita del bambino. Tuttavia, quando una coppia si trova a dover fare i conti con un parto pretermine, la paura e i timori sono sempre tanti. La madre ha bisogno di sostegno e affetto dal proprio compagno, dai parenti e maggiori rassicurazioni dal personale medico. Il padre deve confrontarsi con il proprio ruolo di sostegno e protezione della nuova diade mamma-bambino, dovendo gestire allo stesso tempo le proprie ansie e paure rispetto alle circostanze del parto prematuro, del proprio piccolo e della propria partner. È inoltre importante che l’assistenza ai genitori e al bambino continui anche una volta tornati a casa, per poter intervenire e sostenere in caso di bisogno, complicanze, dubbi o preoccupazioni. Nonostante la nascita pretermine si configuri come un possibile fattore di rischio per il successivo sviluppo del bambino, non sempre essa comporta pesanti implicazioni psicologiche, emotive e affettive per la neofamiglia. Resta comunque il fatto che il bambino prematuro è esposto fin da subito a un ambiente robotizzato e medicalizzato, fatto di macchinari asettici, rumorosi e freddi: l’opposto rispetto al grembo materno, caldo e accogliente, che fino a poco tempo prima l’aveva ospitato e cullato. Il contatto fisico e psichico con la madre dopo il momento del parto, il calore dello sguardo vicino e continuo di papà e mamma sono limitati e tutto è infatti filtrato dal vetro dell’incubatrice. Il personale medico e paramedico, già da tempo, ha compreso le esigenze in tali situazioni dei neonati di non sentirsi abbandonati e di ricevere cure amorevoli. Tutti gli sforzi attuali tendono quindi a favorire il contatto precoce fra il bambino e i genitori, che sono impazienti di poter abbracciare e accudire il proprio piccolo: diventa fondamentale accarezzarlo, parlargli, allattarlo ed è proprio per questo motivo che i reparti restano aperti il più possibile ai genitori e sono nate diverse iniziative, negli stessi ospedali, volte a favorire la vicinanza corporea e il contatto pelle a pelle tra i genitori e il proprio bambino, fin dai primi giorni. Inoltre, il parto prematuro coglie mamma e papà alla sprovvista; il loro bambino è “uscito” precocemente dal loro corpo e dai loro pensieri. Ancor prima dell’incontro con il neonato, quindi, ci può essere per i neogenitori l’incontro con lo spavento e con il pericolo, senza che siano preparati e già disponibili a poterlo affrontare. L’esperienza del parto si trasforma allora in un’urgenza, che per alcuni può anche assumere uno statuto traumatico. La donna è improvvisamente privata del tempo che le avrebbe permesso di separarsi psichicamente dal nascituro, un tempo necessario per il lavoro psichico di preparazione al parto e che viene compiuto in genere verso la fine della gravidanza. Viene a mancare anche il tempo utile per gli ultimi preparativi prima della nascita, preparativi che rassicurano e rasserenano la coppia perché “tutto è pronto”.Oltre alla preoccupazione per le condizioni fisiche del figlio, l'intimo delle madri può poi essere talvolta abitato da un pensiero privato, fonte di grande sofferenza: il senso di colpa. Tale vissuto può generare un sentimento di inadeguatezza, insinuando il dubbio di aver provocato la nascita prematura del bambino.


Queste mamme sono spesso confuse, si sentono fragili e possono mettere in dubbio la propria capacità di poter garantire la sopravvivenza del figlio. Ecco, anche qui, l’importanza del sostegno e del supporto che possono fornire i membri della famiglia e i professionisti che, a vario titolo, si occupano della cura della persona, come medici, infermiere, ostetriche, psicologi! Oltre a ciò, i genitori devono fare i conti con una questione che accompagna sempre la nascita di un figlio: la gestione del divario fra le caratteristiche che avevano immaginato per il piccolo e quelle invece del bambino reale; in questa operazione non semplice, viene certamente in aiuto il loro grande desiderio di amare e proteggere il neonato. È quindi in questa cornice che i genitori e il figlio si incontrano per la prima volta: la venuta al mondo di ogni bambino coincide con il primo incontro diretto del piccolo con la vita e con l’abbraccio di mamma e papà. I primi contatti fisici, i primi scambi di sguardi favoriscono la creazione di un legame unico e speciale, che contribuisce al superamento della vulnerabilità psicologica legata a una nascita prematura.


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