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LATTE CERTIFICATO: QUELLO CHE C'È DA SAPERE




Il latte in Italia prima di essere messo in commercio deve per legge avere alcune caratteristiche che dovrebbero garantirne la qualità e la sicurezza.

Alle norme europee ed italiane oggi si affiancano tipologie di latte certificato ulteriormente, per dare al consumatore una sicurezza in più sul cibo che mangia.


Le qualità che il latte deve avere per legge

Per qualità la normativa che regola la gestione dei processi produttivi del latte intende il grado in cui una serie di caratteristiche nutrizionali, di igiene e di sicurezza soddisfano il cliente. Non tutti questi aspetti possono però essere valutati dal consumatore finale, per questo l’intera filiera viene controllata seguendo delle norme specifiche che qui riassumeremo brevemente.

Nel Regolamento (CE) 853/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio sono stabilite norme specifiche per l’igiene degli alimenti di origine animale. Per quanto riguarda il latte, con questo regolamento si obbliga gli allevatori al rispetto dei requisiti sanitari e dell’igiene nello stabilimento. Qui sono indicati i criteri sanitari che i produttori devono rispettare. In particolare si stabilisce un limite alla carica batterica che il latte può avere, dove per carica batterica si intende il numero di microorganismi presenti nel latte di produzione primaria. Un latte con carica batterica superiore a quello previsto dal Regolamento indica uno scarso livello di attenzione alla sicurezza ed igiene adoperate nella sua produzione e trasporto, e per questo viene considerato non idoneo. Un altro criterio valutato è la quantità di Cellule Somatiche presenti nel latte, cioè gli elementi cellulari che provengono dal sangue o dal tessuto ghiandolare dell’animale. Quando sono troppo numerose indicano che nella bovina è in corso un processo infiammatorio delle mammelle. Il Regolamento stabilisce una quantità massima di Cellule Somatiche che il latte vaccino può avere per essere considerato sicuro.

Le normative europee stabiliscono, inoltre, dei criteri che salvaguardano il consumatore dalla contaminazione del latte da sostanze chimiche e tossine come l’Alfatossina M1. Fra le sostanze chimiche, nello specifico le normative indicano la soglia massima di sostanze inibenti che possono essere presenti nel latte, dove per sostanze inibenti si intendono i residui di farmaci che possono essere stati somministrati all’animale. L’Alfatossina M1 è, invece, una tossina di origine naturale che può contaminare gli alimenti destinati agli animali e che è stata classificata cancerogena per l’uomo.

Per quanto riguarda le proprietà nutritive del latte, le sostanze che in esso sono contenute naturalmente come il calcio, i grassi, il lattosio e le vitamine, possono essere analizzate in laboratorio per garantire la veridicità di quanto scritto in etichetta.

Tutte queste soglie indicate dalle normative europee vengono valutate con diverse tipologie di analisi per garantire un latte certificato e salubre.

A controllare che questi requisiti vengano rispettati, secondo i Regolamenti (CE) 852, 853, 854, 882 del 2004, è prima di tutto lo stesso allevatore che deve adoperarsi per rispettare una serie di obblighi come l’utilizzo di acqua potabile e pulita, l’igiene e la sanità della produzione e degli alimenti somministrati agli animali, monitorare e rispettare i requisiti del latte attraverso l’esecuzione di controlli analitici, attivare protocolli di rintracciabilità per il latte e per gli alimenti, aggiornare e rendere disponibili i registri e la documentazione necessaria. Per quanto riguarda i Controlli Ufficiali, il Regolamento (CE) 854/2004 ne regola l’organizzazione attraverso le ASL dislocate sul territorio nazionale e, se c’è la necessità di approfondimenti, vengono coinvolti i NAS, i quali a campione effettuano dei monitoraggi sugli alimenti destinati al consumo umano.

Perché scegliere un latte certificato

Oltre le normative, negli ultimi anni l’attenzione all’alimentazione si è fatta sempre più alta, anche a causa della nascita di nuove problematiche non ancora normate, e in commercio esistono tipologie di latte ulteriormente certificato.

Fra queste ce ne è uno che va a rispondere al sempre più allarmante fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Si chiama Latte FREE® ed è il primo latte italiano certificato Antibiotic FREE per l’intera filiera produttiva. A certificare questo innovativo processo di produzione è l’ente Certiquality, azienda accreditata a livello internazionale ed imparziale, il cui obiettivo è certificare la veridicità del prodotto nella sua specificità.

Latte FREE® viene consigliato per le nuove generazioni per prevenire l’antibiotico-resistenza, ma fa bene a tutti. Se vuoi provare questo latte certificato Antibiotic FREE unico nel suo genere lo puoi acquistare nelle migliori farmacie o parafarmacie e nel nostro negozio online


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