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PROTEZIONE SOLARE PER I BAMBINI


Il sole è fondamentale per la nostra vita.

Possiamo dire che i raggi solari sono utili alla nostra pelle e a tutto il nostro organismo, mente compresa.

Se, però, presi con tutte le dovute precauzioni, soprattutto per quanto riguarda i bambini.

Il sole favorisce la calcificazione delle ossa, perché attiva la vitamina D presente sulla pelle, stimola la comparsa della pigmentazione (l’abbronzatura), l’aumento dello spessore degli strati superficiali della pelle, che contribuiscono a ridurre i danni del sole.

Ma l’esposizione al sole durante le vacanze estive può essere nociva: se è eccessiva danneggia la pelle. Deve quindi essere graduale e controllata. Un’esposizione al sole non adeguata, infatti, favorisce l’invecchiamento della pelle, la comparsa di rughe e macchie scure. Inoltre, le radiazioni solari possono favorire la comparsa di tumori della pelle, soprattutto del pericoloso melanoma. Da qui, l’importanza di esporsi al sole con cautela in generale. Utilizzando sempre prodotti con filtri solari.


PELLE E RADIAZIONI SOLARI

La pelle ha una struttura molto complessa. Essa viene protetta naturalmente dalle radiazioni solari grazie ai suoi strati più superficiali e alla presenza della melanina. La melanina viene prodotta da cellule che si chiamano melanociti. I melanociti producono in realtà diverse melanine. Sono molecole ad alto peso molecolare legate a strutture proteiche con le quali formano le melano-proteine.

Le melanine determinano il colore dei capelli, della nostra carnagione, il nostro colore degli occhi.

Inoltre, come vedremo, ha un ruolo protettivo nei confronti del sole e delle sue radiazioni.

In genere non ci sono differenze nella distribuzione o nel numero di melanociti da persona a persona.

Le differenze di colore della pelle sono dovute solo alla differente attività dei melanociti stessi e non al numero.

Il numero dei melanociti, inoltre, diminuisce nei soggetti anziani, mentre nei soggetti albini sono presenti in numero normale, ma viene a mancare l’attività di produzione delle melanine.

I melanociti sono cellule con diversi prolungamenti tramite i quali entrano in contatto con molti cheratinociti. Ogni melanocita può entrare in contatto con circa 30 differenti cheratinociti.


CONTROLLO DELLA PIGMENTAZIONE DELLA PELLE

Il grado di pigmentazione della pelle può essere considerato sotto due punti di vista:

- Il primo è determinato da ciò che ogni individuo ha scritto nel proprio codice genetico.

- Il secondo è la possibilità di aumentare l’intensità di pigmentazione per l’esposizione ai raggi solari o a sostanze chimiche o per l’influenza di ormoni.

Le radiazioni solari di cui parliamo si chiamano raggi ultravioletti. Dopo pochi minuti che la pelle viene esposta ai raggi solari si osserva lo scurimento della pelle: questo è dovuto all’ossidazione immediata della melanina già presente nei melanociti. Si osserva poi a distanza di circa 48 ore un secondo aumento della pigmentazione, dovuto alla sintesi di nuova melanina e all’ossidazione di quest’ultima.

Si può inoltre osservare un aumento della dimensione dei melanociti e nel tempo si ha anche un aumento della replicazione di questi.

La sintesi di nuova melanina, la sua ossidazione, l’aumento di dimensione dei melanociti è stimolata dai cheratinociti con cui essi sono in contatto. I cheratinociti colpiti dai raggi del sole producono diverse sostanze che stimolano i melanociti nella loro attività.

L’azione degli ormoni steroidei ha anch’essa un’importante azione nella pigmentazione.

Per esempio durante la gravidanza, alti livelli di progesterone ed estrogeni, sono i responsabili dell’aumento della pigmentazione della pelle della faccia, dell’addome, delle aree genitali del capezzolo e dell’areola mammaria. In queste ultime aree l’aumento della pigmentazione è permanente anche dopo la gravidanza.


PERCHÉ CI ABBRONZIAMO

L’abbronzatura non è altro che la forma di difesa che la pelle utilizza per proteggersi dal sole e dalle sue radiazioni ultraviolette. Infatti, le melanine prodotte dai melanociti sono schermo naturale che assorbe l’energia dei raggi e la trasforma in calore. L’esposizione ai raggi ultravioletti poi stimola la produzione di cheratina, ovvero il principale costituente dello strato corneo della pelle. Con l’ispessimento dello strato corneo e l’ossidazione della melanina si crea un filtro che riduce la penetrazione ultravioletta all’interno dei diversi strati della cute, proteggendo le cellule più profonde.


I DIVERSI TIPI DI PELLE

Abbiamo accennato al fatto che la pelle dei diversi individui non è uguale. Esistono forti differenze tra le diverse persone e i relativi tipi di pelle e queste differenze sono determinate da fattori genetici.

Attualmente si usa suddividere i diversi tipi di pelle in sei “fototipi”:

- Fototipo 1: pelle molto chiara e facilmente soggetta a scottature solari. Le persone di fototipo 1 si arrossano quando si espongono al sole e si scottano molto facilmente. Si riconoscono per i capelli biondi o rossi, la carnagione molto chiara, gli occhi chiari e la presenza di lentiggini ed efelidi. Sono caratteristiche delle regioni nordiche. Non si abbronzano nemmeno dopo diverse esposizioni al sole per scarsa produzione di melanina.

- Fototipo 2: pelle chiara e soggetta a scottature solari. Le persone di fototipo 2 si arrossano spesso dopo l’esposizione al sole ed è frequente che si scottino o abbiano eritemi. Hanno capelli biondi o castano chiaro, spesso lentiggini. Si abbronzano lievemente dopo alcune esposizioni.

- Fototipo 3: colorito medio e meno soggetti a scottature. E’ il fototipo più comune in Italia. Non è facile che si arrossi, così come che si scotti. Normalmente ha capelli biondo scuro o castani, occhi chiari o scuri. Si abbronzano visibilmente dopo qualche esposizione.


FOTOTIPI SCURI

- Fototipo 4: colorito olivastro, poco soggetti a scottature. Le persone che appartengono al quarto fototipo si scottano molto di rado per la buona presenza di melanina nella pelle. Hanno capelli scuri e carnagione olivastra, occhi neri o comunque scuri. Si abbronzano facilmente ed intensamente, inoltre mantengono il colore a lungo.

- Fototipo 5: pelle scura, non si scottano quasi mai. Le persone del fototipo 5 non si scottano quasi mai, hanno capelli neri e occhi scuri, la loro pelle è protetta naturalmente dall’esposizione solare e sono naturalmente abbronzati.

- Fototipo 6: Pelle nera, non si scottano. Le persone di fototipo 6 non si scottano, hanno i capelli neri, la pelle nera e gli occhi scuri o neri. Sono sempre abbronzati e abbondantemente protetti dalla radiazione solare.

- Il fototipo 6 caratterizza le persone di colore.

Esiste, inoltre, il Fototipo 0, che in realtà è associato all’albinismo, la malattia caratterizzata dall’assenza di melanina. Il fototipo 0 ovviamente non può esporsi alle radiazioni solari e ha molte altre restrizioni.

Si riconosce per la pelle completamente bianca, i capelli bianchi e gli occhi rossi.

I RAGGI ULTRAVIOLETTI

I raggi UV non sono tutti uguali. Si caratterizzano infatti per le diverse lunghezza d’onda e si suddividono in tre categorie denominati UVA, UVB ed UVC:

  • UVA: sono i raggi ultravioletti caratterizzati dalla lunghezza d’onda più alta (400-315 nm (nanometri). Questi raggi hanno una elevata capacità di penetrazione nel derma ma scarsa energia. Il loro potere abbronzante è molto alto ma, grazie alla loro bassa energia, è molto difficile scottarsi con essi.

  • UVB: I raggi UVB hanno lunghezza d’onda intermedia (315-280 nm). Hanno una media penetrazione nel derma e media energia. Questi raggi sono più aggressivi rispetto ai raggi UVA, poiché tendono a provocare più facilmente eritemi e danni alla pelle

  • UVC: Sono i raggi con la lunghezza d’onda più corta (280-10 nm). Questi raggi non penetrano nel derma ma rimangono a livello superficiale nonostante la loro energia sia molto elevata, non abbronzano ma bruciano soltanto.

AZIONE DEI DIVERSI RAGGI ULTRAVIOLETTI

I raggi UVA sono i raggi più importanti per l’abbronzatura, sono quelli che fanno avvenire la fotossidazione della melanina, scurendo la pelle e donandogli il colore marrone-dorato. Inoltre, influenzano il metabolismo cellulare. Hanno effetti benefici: provocano, infatti, un aumento di concentrazione degli anticorpi presenti nel sangue. Aumentano, così, le capacità del sistema immunitario di rispondere alle infezioni.


Purtroppo, hanno anche effetti nocivi, ovvero aumentano il rischio di sviluppare il melanoma in seguito a massicce esposizioni al sole e rompono i ponti di collagene della pelle causandone l’invecchiamento.

I raggi UVB sono più aggressivi, provocano più facilmente arrossamenti, scottature ed eritemi, anche per la loro proprietà di fermarsi più in superficie sulla pelle.


Hanno effetti benefici perché sono loro a stimolare il corpo a produrre vitamina D, necessaria per l’assorbimento del calcio e una corretta calcificazione delle ossa.


L’esposizione ai raggi UVB, inoltre, attiva i melanociti a produrre le melanine.

I raggi UVB poi fanno aumentare la cheratina dello strato corneo (ispessimento della pelle) e sono loro a proteggere la pelle contro il sole. Purtroppo, scottano facilmente e provocano eritemi già a piccole dosi.

Si registrano, inoltre, un aumento di melanoma nei soggetti frequentemente esposti agli UVB.


RAGGI UVC QUESTI RAGGI, CHE HANNO ENERGIA MOLTO ELEVATA, NON ARRIVANO SULLA TERRA. GRAZIE ALLA PROTEZIONE DELL’OZONO. EFFETTI NEGATIVI E BENEFICI

Riassumendo, si può dire che i raggi ultravioletti hanno i seguenti effetti negativi:

  • Distruggono i ponti collagene aumentando l’invecchiamento della pelle

  • Ad alte dosi possono causare cancro della pelle

E positivi:

  • Aumentano le capacità del sistema immunitario, con conseguente riduzione del rischio per tumori diversi da quello della pelle

  • Stimolano la produzione di vitamina D

Si sono, inoltre, riscontrati altri effetti collegati all’esposizione dei raggi ultravioletti, ovvero, un miglioramento generale del tono dell’umore. Questo è dovuto ad una diminuzione della melatonina a favore della serotonina e ad un riequilibramento dei ritmi circadiani. Ovviamente, la cosa si ritorce contro in caso di esposizione ai raggi ultravioletti prima di dormire, rischio di insonnia.


LE CREME O FILTRI SOLARI

Spesso passiamo gran parte dell’anno esponendoci ad un numero limitato di raggi ultravioletti del sole.

In inverno, ma anche in autunno e in primavera, i raggi del sole ci raggiungono in modo tale da non provocare danni alla pelle. Durante l’estate e nelle ore più calde i raggi solari colpiscono la terra perpendicolarmente e risultano più intensi. La nostra pelle non è abituata a radiazioni del sole con queste caratteristiche. Dobbiamo quindi fare attenzione ad abituarla piano piano alla loro azione. Uno strumento che ci deve aiutare in questo sono i filtri solari. Queste particolari creme infatti creano uno strato protettivo che consente di stare al sole senza danni.

Esistono diversi tipi di creme protettive: esistono infatti filtri solari chimici e filtri solari fisici. Entrambi sono caratterizzate dall’SPF (Sun Protector Factor), più comunemente conosciuto come fattore di protezione.

I due tipi di filtri sono fortemente differenti nel principio di funzionamento.

Vediamone le caratteristiche:

  • Filtri chimici: questi filtri sono molecole scelte tra quelle in grado di assorbire e convertire l’energia delle radiazioni ultraviolette in calore o fluorescenza. Nell’esplicare la loro azione protettiva, alcuni filtri subiscono trasformazioni. Possono determinare il rilascio di diversi prodotti di degradazione, dei quali non sempre è accertata l’innocuità

  • Filtri fisici o riflettenti: questi filtri sono molecole inerti che riflettono la radiazione ultravioletta. Sono preparazioni formulate con derivati di metalli (ossido di zinco, biossido di titanio) che hanno proprietà riflettenti dei raggi del sole. I raggi ultravioletti non sono assorbiti ma riflessi dalla superficie cutanea. L’azione è quindi diversa dai filtri chimici. Lo svantaggio degli schermi fisici è che conferiscono un aspetto sbiancato alla cute. Spesso è poco accettato. Inoltre l’abbronzatura non è uniforme, ma chiazzata

IL FATTORE DI PROTEZIONE

La capacità protettiva o fattore di protezione di un filtro solare viene calcolato in base alla capacità del prodotto di proteggere la pelle nei confronti dell’arrossamento della pelle (eritema) prodotto dai raggi del sole. Questo metodo si chiama Minima Dose Eritematogena: è una scala che varia da persona a persona.

Nella scelta di un prodotto per il sole è bene quindi propendere per antisolari con un fattore di protezione elevato o molto elevato, capace di offrire un ampio margine di sicurezza e che contengano inoltre filtri sia nei confronti degli UVB sia degli UVA. I prodotti più recenti abbinano alla presenza di molecole filtranti anche la presenza di antiossidanti e di emollienti. Il concetto che si sta sviluppando è quello della fotoprotezione attiva. Cioè, non solo ridurre la quantità di raggi ultravioletti del sole che raggiungono la cute, ma anche di aumentare le capacità di difesa della pelle.

EDUCAZIONE ALL’ESPOSIZIONE DEI RAGGI DEL SOLE

È importante anche una corretta educazione all’esposizione solare e all’uso degli antisolari.

E’ bene evitare o limitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata: cioè fra le 11.00 e le 16.00, quando i raggi del sole colpiscono la terra perpendicolarmente e risultano più intensi.

Se ciò non è possibile si devono utilizzare un cappellino a tesa larga e una maglietta di cotone.

E’ necessario, inoltre, lasciare alla pelle il tempo di abituarsi al sole. Meglio esporsi al sole con cautela, iniziando con 5-10 minuti e poi aumentare l’esposizione ogni giorno di alcuni minuti.

In montagna i raggi del sole sono meno filtrati che al mare, quindi il pericolo di scottature aumenta e perciò la pelle va protetta ancora di più.

Attenzione alle giornate nuvolose perché i raggi ultravioletti (soprattutto UV-B) filtrano anche attraverso le nuvole, abbronzano poco, ma è più facile che provochino scottature.

Meglio non stare troppo fermi al sole: se ci si muove, l’angolo delle radiazioni cambia continuamente in rapporto alla pelle e si allontana così il rischio delle scottature.

Inoltre, bisogna bere spesso.

Alla fine della giornata è importante reidratare la pelle con un dopo sole.

Se sguazziamo nell’acqua gran parte del giorno, è opportuno usare filtri solari resistenti all’acqua e rinnovare spesso l’applicazione. L’acqua, infatti, aumenta l’intensità delle radiazioni solari.

La pelle delle persone di carnagione chiara e capelli biondi o rossi ha minor capacità di protezione e si brucia più facilmente. Pertanto, deve essere protetta con maggiore attenzione.

In presenza di cicatrici o di esiti di varicella è bene comunque limitare l’esposizione solare, anche utilizzando i filtri solari.

Ricordiamoci che i filtri solari perdono le loro proprietà con il passare del tempo. Quindi, non andrebbero riutilizzati se avanzati dall’anno precedente.

MOLTA ATTENZIONE CON I BAMBINI

Queste indicazioni valgono ancora di più tanto più parliamo di bambini, soprattutto se piccoli.

Per i bambini sotto i 6 mesi di età è consigliabile l’esposizione indiretta al sole. Sotto l’ombrellone arrivano comunque raggi riflessi dalla superficie del mare e dalla sabbia.

Preferibilmente nella prima metà del mattino e nella seconda metà del pomeriggio.

I rischi sono legati all’eventualità che il bambino si ustioni, come può accadere quando viene messo al sole per tanto tempo e senza protezione.

Va sottolineato che il semplice arrossamento della pelle è già espressione di un’ustione di primo grado.

La comparsa di vescicole colme di siero chiaro caratterizza invece l’ustione di secondo grado.

Le ripetute scottature durante l’infanzia, oltre a rappresentare un doloroso inconveniente nell’immediato, favoriscono la comparsa in età adulta dei più comuni tumori delle pella: melanoma, spinalioma, basalioma.

Le creme migliori per i bambini sono le riflettenti solari.

E’ meglio scegliere le creme solari che agiscono respingendo i raggi dannosi anziché assorbendoli.

Il fattore protettivo deve essere alto (25-50) nei primi giorni di esposizione, poi medio (15-20).

L’applicazione va fatta poco prima di esporre il bambino al sole e non solo nelle zone che si vogliono proteggere. E’ opportuno fare attenzione a spalmare il prodotto uniformemente su tutta la cute.

L’effetto protettivo di una crema solare si protrae mediamente per due ore, passate le quali si deve ripetere l’applicazione. E’ prudente applicare la crema anche se il bambino sta sotto l’ombrellone.

L’applicazione della crema non deve autorizzare a prolungare i tempi di esposizione diretta al sole né a ignorare la necessità di esporre il bambino gradualmente.

IN CASO DI SCOTTATURE

Se, nonostante tutte le precauzioni prese, la pelle del bambino apparisse arrossata e se il piccolo riferisse bruciore, sarà necessario allontanarlo immediatamente dal sole, evitando che vi si esponga per alcuni giorni. Una crema lenitiva potrà dargli un po’ di sollievo, ma solo il tempo e la lontananza dai raggi del sole potranno guarirlo. La scottatura scomparirà nel giro di due – tre giorni.

Se compaiono vescicole colme di siero bisogna far vedere il bambino al pediatra di fiducia. Le vescicole non devono essere bucate né coperte con cerotti o garze.

Nessun rimedio casalingo (per esempio, applicazioni di albume d’uovo) riveste una qualunque efficacia, quindi è meglio evitare.

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