A cosa serve giocare
Il gioco è la principale attività del bambino.
Per i piccoli il gioco non è solo divertimento: giocare significa crescere. Sin dalla nascita, è attraverso il gioco che il bambino apprende ed acquisisce competenze motorie, cognitive, sociali ed emotive che serviranno per le successive fasi della crescita e nella vita adulta.
Esistono molti tipi di gioco: sono tutti ugualmente importanti per la crescita e non dovrebbero mai mancare nella vita dei bambini. Vediamo perché.
Il gioco con gli oggetti
E’ il gioco che il bambino fa utilizzando un oggetto di uso comune o un giocattolo.
A cosa serve giocare con gli oggetti
Il bambino piccolo, fino a circa 12 mesi, esplora le proprietà degli oggetti utilizzando i suoi sensi. L’oggetto non ha una funzione, è semplicemente un terreno di esplorazione sensoriale. Nel gioco con gli oggetti, il bambino utilizza tutti i 5 sensi:
tatto: il bambino tocca gli oggetti per sentirne la consistenza e studiarne la forma;
olfatto e gusto: il bambino annusa ed assaggia gli oggetti per scoprirne non solo il gusto e l’odore ma anche la consistenza (dura o morbida) e la forma;
udito: il bambino piccolo è incuriosito dai rumori prodotti dagli oggetti. E’ anche attraverso il rumore che impara le relazioni di causa-effetto (se sbatto un cucchiaio di legno sul tavolo, produco rumore; se schiaccio il naso del cagnolino giocattolo, sento la musica);
vista: man mano che si affinano le sue capacità visive, il bambino attraverso la vista individua forme e colori degli oggetti e, acquisendo il senso dello spazio e della profondità, impara ad afferrarli.
A partire dall’anno di vita, il bambino inizia ad utilizzare gli oggetti per un fine e in modo più orientato (i mattoncini per creare costruzioni, i pentolini per giocare a cucinare, la pianola giocattolo per produrre suoni musicali). Gli oggetti assumono anche un valore simbolico (la banana può rappresentare un telefono, il mestolo di legno può diventare una spada). Man mano che, crescendo, il bambino matura capacità linguistiche e di astrazione, il gioco con gli oggetti diventa sempre più coinvolgente e strutturato.
Il gioco con gli oggetti quindi consente al bambino dapprima di conoscere la realtà fisica che lo circonda e, con il tempo, quella emotiva ed affettiva, mettendo alla prova le proprie aspirazioni, capacità ed emozioni attraverso il gioco simbolico.
Il gioco fisico-locomotorio e la lotta
E’ il gioco che il bambino fa utilizzando e al contempo sviluppando le sue competenze motorie: da “batti-batti-le-manine” del bambino piccolo, ai progressi di autonomia motoria dell’età prescolare (camminare, saltare, fare le capriole, arrampicarsi) al gioco libero del bambino in età scolare che ha già acquisito complesse abilità locomotorie (nascondino, giocare a rincorrersi, giochi con la palla, lotta ecc.).
A cosa serve il gioco fisico
Il gioco fisico serve al bambino ad acquisire abilità motorie fondamentali per la crescita (coordinazione, equilibrio, riflessi, forza, destrezza), ma anche per apprendere uno stile di vita attivo, essenziale per crescere in salute durante l’infanzia e mantenersi poi in salute durante l’età adulta. Il gioco fisico quindi stimola lo sviluppo motorio, potenzia muscoli ed articolazioni ed è un importante fattore di salute.
Il gioco motorio inoltre, consente al bambino di acquisire consapevolezza di pericoli e limiti di sicurezza: il bambino impara a riconoscere i pericoli dell’ambiente, a misurarli e ad autoregolarsi per prevenirli. Ecco perché è importante assecondare il gioco motorio senza aver la pretesa di “eliminare” totalmente il rischio. Il genitore deve assicurarsi che gli spazi in cui gioca il bambino siano sicuri per l’età e che le attività svolte siano adatte all’età ed alle competenze del bambino. Per il resto, deve però lasciare al bambino una certa libertà di sperimentare le proprie capacità ed i propri limiti: correre piccoli rischi in un ambiente relativamente protetto e sicuro lo aiuterà ad affrontare con maggiore consapevolezza i rischi più grandi che incontrerà crescendo.
Il gioco motorio di gruppo, ed i giochi di lotta in particolare (che peraltro accomunano bambini e cuccioli di molte altre specie animali), permettono inoltre al bambino di acquisire autocontrollo, di imparare a cooperare e a negoziare, di gestire emozioni complesse legate alla vittoria o alla sconfitta, si sviluppare il senso di empatia con gli amici/nemici. Si tratta di competenze sociali fondamentali per l’intelligenza emotiva e la vita sociale futura.
Il gioco all’aria aperta
Il gioco all’aria aperta è quello che il bambino può condurre al parco giochi, nel giardino di casa, nel cortile della scuola durante l’intervallo o in vacanza, a contatto con la natura (in spiaggia, in un prato, in un bosco).
A cosa serve giocare all’aria aperta
Giocare all’aria aperta è aspetto fondamentale della crescita del bambino, che andrebbe favorito il più possibile, anche quando fa freddo nella stagione invernale o con il brutto tempo.
All’aria aperta, infatti, sono maggiori le occasioni di gioco fisico e motorio.
E’ inoltre dimostrato che giocare all’aria aperta permette al bambino di ridurre considerevolmente le tensioni e lo stress accumulato in altri momenti della giornata. In particolare, nei bambini in età prescolare che frequentano la scuola dell’infanzia e nei bambini che già vanno a scuola è fondamentale che vi siano momenti della giornata dedicati al gioco libero all’aria aperta, durante l’intervallo ed al termine delle lezioni: questi momenti di gioco fuori dall’aula permettono al bambino di fare il pieno di energia e di essere quindi più concentrato e reattivo durante le attività didattiche in aula.
Il gioco di ruolo
Giocare a “far finta di essere” (un cavaliere, una maestra, un meccanico, un orso) è una delle attività che tutti i bambini amano: si tratta dei cosiddetti giochi di ruolo, in cui il bambino immagina di essere qualcosa di diverso da sé e vive avventure di fantasia, da solo o con altri.
A cosa serve il gioco di ruolo
I giochi di ruolo al bambino di esplorare e sperimentare comportamenti e situazioni (fare il pompiere, sconfiggere un drago, fare il chirurgo) che costruiscono la sua personalità, stimolano la sua immaginazione e lo aiutano a sviluppare il pensiero astratto.
Attraverso i giochi di ruolo fatti con gli amici o con gli adulti il bambino impara inoltre a condividere regole e a relazionarsi in modo costruttivo con gli altri.
Il gioco con i colori
Comprende tutte le attività che il bambino compie con colori, carta, forbici, pennarelli, colla, matite. Iniziano tendenzialmente dopo l’anno di età o comunque con l’ingresso in una comunità infantile (asilo nido o scuola materna).
A cosa serve giocare con i colori
I giochi che consentono al bambino di fare una qualsiasi rappresentazione della realtà in forma scritta (dai primi incomprensibili disegni dei bambini piccoli fino alle “produzioni artistiche” più elaborate dei bambini più grandicelli) sono un importante stimolo allo sviluppo cognitivo e consentono al bambino di perfezionare la motricità fine, un’abilità fondamentale per l’apprendimento della scrittura.
Il gioco con le parole
Si tratta di tutte le forme di gioco basate sull’utilizzo del linguaggio: filastrocche, canzoncine, ninne nanne, scioglilingua oltre, naturalmente, a tutte le attività di lettura.
A cosa serve giocare con le parole
Per favorire lo sviluppo del linguaggio è fondamentale creare sin dalla nascita delle occasioni comunicative con il bambino.
Sono un importante stimolo allo sviluppo del linguaggio le canzoncine, le ninne nanne, le filastrocche, che dapprina aiutano il bambino a famigliarizzare con i suoni della lingua prima ancora di imparare a parlare e lo aiutano poi, man mano che progrediscono le sue capacità espressive, ad arricchire il linguaggio.
E’ poi fondamentale iniziare precocemente a leggere al bambino ad alta voce e a condividere momenti di “lettura” insieme, anche con i bambini molto piccoli. La lettura insieme è infatti un importante momento di condivisione affettiva ed un potente stimolo alla concentrazione ed allo sviluppo del linguaggio.
L’amore per la lettura nasce da piccoli: proponete sempre al bambino il contatto con il libro, dai primi semplici libretti per i bambini di pochi mesi (con immagini semplici e realizzati in materiali che il bambino potrà manipolare e mettere in bocca a piacere) e via via, man mano che cresce, libri adatti alle varie età dell’infanzia.
Tratto da Amico Pediatra