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Gravidanza: la dieta mediterranea contro il diabete gestazionale

Una ricerca inglese evidenzia come la scelta di seguire la dieta mediterranea da parte della donna riduce l'aumento di peso e il rischio di sviluppare il diabete gestazionale.

Di studi riguardanti l'impatto della dieta mediterranea sulla salute ne sono stati pubblicati a non finire. Tutti, o quasi, con le medesime conclusioni, che incoraggiano il recupero di una tradizione oggi spesso abbandonata anche in molte famiglie italiane. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Plos Medicine aggiunge un ulteriore elemento alla lunga lista di prove a favore dello schema alimentare peculiare del nostro Paese. La dieta mediterranea, se adottata nel corso della gravidanza da donne che presentano almeno un fattore di rischio metabolico, è d'aiuto nel contenere l'aumento di peso e riduce il rischio che la gestante sviluppi il diabete gestazionale.



DIETA MEDITERRANEA IN GRAVIDANZA

Questo è quel che si può dire dopo aver letto i risultati dello studio inglese, condotto coinvolgendo 1.252 donne in gravidanza (sane, ma ognuna delle quali presentava almeno un fattore di rischio metabolico) seguite in cinque diversi ospedali britannici. I ricercatori hanno testato l'effetto della dieta mediterranea su un gruppo di 593 gestanti, a cui è stato chiesto di seguire uno schema alimentare in cui i consumi di pesce, legumi, frutta, verdura e cereali integrali prevalessero su quelli di altri prodotti di origine animale. In aggiunta, dall'inizio della ricerca fino al termine della gravidanza, è stato detto loro di consumare almeno 30 grammi di noci al giorno e mezzo litro di olio extravergine di oliva alla settimana. Le donne sono state incontrate dai ricercatori alla 18esima, alle 20esima e alla 28esima settimana della gestazione per fornire le indicazioni utili a seguire la dieta (fornendo loro anche un ricettario). Tutte le altre (612) hanno invece seguito un'alimentazione basata sulle linee guida inglesi, senza alcuna supplementazione specifica. Le future mamme inserite nel primo gruppo hanno mediamente contenuto l'aumento di peso (6.8 rispetto a 8.3 chili) e ridotto di oltre un terzo (35 per cento) il rischio di sviluppare il diabete in gravidanza. Il tutto senza registrare complicanze: né per la propria salute né per quella del feto (morte neonatale, basso peso alla nascita, ricovero in terapia intensiva neonatale).


LE RIPERCUSSIONI DEL DIABETE GESTAZIONALE

Le regole base della dieta mediterranea sono sempre le stesse: dev'essere costante l'apporto di prodotti vegetali, cereali, frutta, legumi, olio d'oliva e verdura. Moderati i consumi di alimenti d'origine animale: poca carne, quindi, e soprattutto magra (meglio prediligere quella bianca). Più larga la tolleranza per latte e derivati, pesce e uova. Massima cautela va posta anche nei confronti delle bevande zuccherate, degli energy drink e, più in generale, dei prodotti ultra-trasformati. Infine, gli alcolici: da escludere nel corso della gravidanza. Seguendo queste indicazioni, è possibile ridurre il rischio di complicanze per tutte quelle donne (all'incirca 1 su 4, in Gran Bretagna) che si avvicinano alla maternità in sovrappeso, ipertese o con una concentrazione di trigliceridi nel sangue eccessiva. Oltre a rendere più complicato il percorso verso il parto, il diabete gestazionale (condizione che solitamente regredisce con il termine della gravidanza) rappresenta un fattore di rischio per il nascituro, più esposto a sviluppare il diabete o un problema cardiovascolarenel corso della propria vita.


MONITORARE IL PESO DURANTE LA GRAVIDANZA

«I risultati dello studio evidenziano l'opportunità di applicare un simile intervento dietetico su tutte le donne all'inizio della gravidanza - commenta la ginecologa Shakila Thangaratinam, docente di salute materna e perinatale alla Queen Mary University e coordinatrice della ricerca -. Quello che rimane da capire è se il beneficio perduri nel tempo e determini una riduzione del rischio per la donna di ammalarsi di diabete in età più avanzata». Stando alle ultime indicazioni diffuse dall’Institute of Medicine, una donna obesa durante la gravidanza dovrebbe prendere non più di nove chili. L’aumento ponderale è considerato fisiologico nelle donne sottopeso se compreso tra 12,5 e 18 chili. In quelle normopeso se compreso tra 11,5 e 16 chili. Nelle sovrappeso: intervallo compreso tra 7 e 11,5 chili.