Tutti impegnati a pensare al dopo
“C’era una volta?”, così mi piacerebbe iniziare questo post!
No, troppo legato al passato, per esprimere ciò che penso in questo momento.
Questo è il momento dove tutti siamo impegnati a pensare al dopo!
Un’amico mi arriva in soccorso, con messaggio contenente un pensiero dello scrittore israeliano David Grossman.
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«Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui».
Questi di “lockdown” sono i giorni di incertezza, di confinamento, sono giorni che ci permettono di scoprire quanto davvero è lunga una giornata.
Non avevamo mai tempo e adesso abbiamo capito quanto è davvero lungo un giorno e quale risorsa avremo a disposizione dopo. Già, perché ora è giusto cosi, siamo tutti impegnati a pensare al dopo!
L’incertezza, l’isolamento sociale e la quarantena hanno forgiato il milanese e non solo lui, hanno stravolto i giovani, le certezze dei bimbi ma soprattutto quelle dei nonni; principalmente loro, i più esposti ed i più restii al cambiamento.
Il primo pensiero del post va a tutti i nonni che hanno subito un saluto prematuro e forzato. Grazie per quello che ci avete insegnato!
Più o meno tutti ci siamo tutti imbattuti in cose nuove ed ora sta a noi pensare al dopo mantenendo le sane abitudini ed integrando le originali novità.
Perché non approfittare per adottare dei piccoli cambiamenti nei comportamenti quotidiani che potrebbero migliorare la vita famigliare e il modo in cui la viviamo?
Cambiamenti che siano già avvenuti in ognuno di noi; io posso raccontarvi i miei e lo farò proprio ora ma la cosa meravigliosa è che ognuno di noi scopra i propri piccoli passi:
Gratitudine e condivisione
David Grossman, nel suo messaggio ci trasmette un concetto: “Non è detto che l’emergenza coronavirus non possa insegnarci a essere più umani”. Bene scelgo al primo posto di mettere questo, se la mia vicina o una persona ha necessità di spesa, farmacia o altro io sono a disposizione.
2. Faccio la spesa con la lista in mano e i produttori sani nella mia testa
Vuoi per il sostegno a genitori e vicinato, vuoi per le code infinite e per comodità propria, andare al supermercato muniti di lista è un’ottima strategia per fare la spesa in modo rapido.
Abbiamo scoperto, proprio in questo periodo anche la “skill” di Alexa che vocalmente mentre apri la credenza aggiunge per te ciò che manca a comando vocale. Tranquilla Alexa! porterò anche te nel mio futuro, non costruirti troppe certezze nemmeno tu però, non ti assicuro vita eterna!
Ovviamente se un “piccolo produttore sano” cattura la mia attenzione o l’aveva attratta nei mesi precedenti è ben presente nei miei pensieri.
Oggi più che mai, è lui che voglio aiutare a sopravvivere e sono disposto a pagare lo sforzo che lui fa per me.
3. Evito ogni forma di spreco
Le tematiche sostenibilità e anti-spreco verranno con me e la mia famiglia domani.
Vale per le mie amate “gomme da camion”, dove l’ingrediente “sostenibilità” rimane sempre nei nostri obiettivi e nei nostri business model, ma anche in famiglia e nel frigo.
Nicolò (il figlio grande 4 anni) è come mia mamma non butta nulla; nella sua valigetta da meccanico, ho recuperato una mascherina del kit soccorso della macchina vecchia!
“Eri scaduta, ma mi sei servita moltissimo! Grazie”
Ovviamente mi sono divertito a cucinare e rivisitare ogni cosa, dallo scarto dei finocchi per il brodo di Tommaso (il piccolo 8 mesi oggi) alla versione “RiceFoodMan” del mio risotto rivisitato.
4. Valuto nuove formule d’acquisto
Lo facevo anche in passato, ma con meno consapevolezza e solo in tema food, adesso offline (GDO, Negozi & Mercati) ma anche online (Alveari, Gr.Acq.Sol. ecc.) spaziando a tutti quei B2b che trovando aziende chiuse sono passati a B2c.
Ho valutato che potrei inserirmi con più tenacia proprio in questo settore. Ora però non posso dirvi di più, verrete con me nel dopo..
5. Smart working? Si, ma con gusto!
Non mi è proprio possibile svolgere la mia attività al 100% in Smart working e francamente non sono la persona più adatta per parlarvi di questo tema ma l’idea mi ha coinvolto moltissimo. Unico vero punto di attenzione è il come svolgiamo questa attività!
Scopro nuove piattaforme, scopro di avere dei colleghi di zona fortissimi e proprio ora mi appoggio sulla loro disponibilità. Cucinando carico il mio tempo disponibile di gusto, lo “arricchisco di spezie” e cerco di godermi il lato positivo di #iorestoacasa.
Limito alle sole otto ore il tempo dedicato al lavoro e ti consiglio di fare lo stesso, il rischio di portarti nel futuro una “Bad Habits” è elevatissimo.
6. Penso a me ma anche ai bimbi, sono loro il futuro!
Tutorial, video lezioni di zumba, corsi online di yoga, non sono esattamente il mio pane ma, a mia moglie vedo piacciono parecchio.
Procedete spediti! Io mi faccio una corsetta dentro e fuori dalle mura condominiali. Ordinanza permettendo, potendo contare su vicini di casa intelligenti – scrupolosissimi , la distribuzione di orari e spazi avviene democraticamente, senza isterie e senza nessun contatto. Adoro correre alle 6:30 del mattino in piena solitudine, è la mia unica ora libera.
La più grande opportunità del Covid è osservare Tommaso che cresce da vicino e Nicolò che fracassa gli zebedei. Ci siamo gridati dietro ogni cosa, ci siamo vestiti da pirati e fatto un musical, abbiamo disegnato su carta, stoffa, muri e cucinato il mondo. E quando avremmo trovato il tempo di farlo?
E’ durissimo dar retta a tutti in queste quattro mura e credo lo sia anche per voi nei confronti del vulcanico papà.
Benedico le maestre d’asilo per quello che fanno ogni giorno e adesso ne osservo i frutti vedendo come educatamente i bimbi rispondono nei corsi di cucina inventati sulle piattaforme digitali. Le attitudini dei singoli bimbi vanno carpite proprio da loro, e mai avevo avuto nel mio passato questo spirito di osservazione.
Con i bimbi del club delle mamme, avevamo familiarizzato alla Fabbrica del Vapore in occasione de “La Fabbrica dei Piccoli Chef” ed ora ci siamo ritrovati tutti OnLine a preparare ricette insieme.
Lo apprezzo cosi come ho apprezzato il sorriso di una bimba, Maria Vittoria, mentre cucinava muffin e gnocchi con me e altri venti bimbi in piattaforma web.
Voi mamme e papà siete chiamati a osservare e incoraggiare, tutto il resto lo cucineranno loro da soli.
Sono capacissimi ed io li tratto come dei veri adulti – chef di brigata.
Vi lascio qui una ricetta: ideata, scelta e preparata da una di loro: Sofia Savoldi
Vuoi partecipare anche tu alla prossima sessione?
è semplicissimo: basterà compilare il form che ti lascio anche qui. ISCRIVITI
“Dopo questo periodo sarai anche tu un bimbo diverso, forse un grande chef o forse come me un grande appassionato di cucina, curioso e sempre più affamato. Intensamente grato di essere cosi! Keep on rocking!"
Lorenzo – Mindfoodman