NEI PRIMI 1.000 GIORNI DI VITA SI ADDESTRA IL SISTEMA IMMUNITARIO: ECCO COME IL MICROBIOMA RISCRIVE LA PREVENZIONE
- Società Italiana di Pediatria
- 19 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
Alessio Fasano: “Intervenire sul microbioma significa prevenire malattie quanto i vaccini: la rivoluzione è già in atto”. I 5 pilastri dell’infiammazione cronica precoce.
C’è un istruttore invisibile che allena il nostro sistema immunitario fin dalla nascita: il microbioma. Ma come in ogni “addestramento”, tutto dipende dal momento in cui inizia. E nei primi 1.000 giorni di vita – dal concepimento ai due anni – quell’addestramento può fare la differenza tra salute e malattia.
A spiegarlo con chiarezza è il prof. Alessio Fasano, Direttore del Mucosal Immunology and Biology Research Center del Massachusetts General Hospital di Harvard e tra i massimi esperti mondiali nel campo delle interazioni tra microbioma, sistema immunitario e malattie infiammatorie croniche. Nella sua Lectio Magistralis all’80° Congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP), Fasano propone un vero cambio di paradigma: “Agire sul microbioma nei primi due anni di vita è una forma di prevenzione primaria comparabile a quella delle vaccinazioni. Significa programmare un sistema immunitario capace di distinguere ciò contro cui combattere da ciò che va tollerato”.
Una rivoluzione silenziosa che parte dall’intestino
Finora si è parlato molto di microbioma, ma raramente lo si è collegato con tanta precisione alla “finestra critica” dei primi 1.000 giorni. “È in questo periodo che si costruisce un equilibrio duraturo tra organismo e microbi. Se disturbato – da un parto cesareo non necessario, un’alimentazione sbilanciata o un uso eccessivo di antibiotici – il sistema immunitario può essere programmato male e diventare iperattivo, favorendo infiammazioni croniche” se geneticamente predisposti, spiega Fasano. Allergie, obesità, celiachia, diabete di tipo 1, ma anche disturbi del neurosviluppo come autismo e ADHD, sono alcune delle condizioni sempre più diffuse in età pediatrica che – secondo la ricerca – possono trovare origine proprio in una “disbiosi” precoce.
Cosa possiamo fare già oggi
Le evidenze scientifiche non mancano. E alcune azioni sono già alla portata di pediatri e famiglie:
Favorire il parto vaginale quando possibile: il neonato eredita un microbioma “selezionato” e compatibile con il proprio profilo genetico.
Limitare l’uso non necessario di antibiotici, soprattutto nei primi due anni di vita: molte infezioni virali non richiedono trattamenti antibiotici, che possono alterare l’equilibrio del microbioma.
Promuovere l’allattamento materno ed in genere un’alimentazione sana e ricca di fibre, già dallo svezzamento: “Quello che mangiamo noi, lo mangiano anche i nostri microrganismi. E se diamo ‘cibo spazzatura’, nutriamo i batteri sbagliati”, sottolinea Fasano.
Evitare stress eccessivo e abitudini troppo occidentalizzate nei primi mesi di vita, quando il microbioma è ancora in costruzione e cerca un “accordo” con l’organismo.
«Questi risultati rafforzano ulteriormente la centralità dei primi 1.000 giorni di vita nello sviluppo della salute futura. È in questo arco di tempo che pediatri e genitori possono, insieme, costruire le basi di un sistema immunitario sano. Ai pediatri spetta il compito di guidare e orientare, alle famiglie quello di mettere in pratica scelte consapevoli: dall’alimentazione all’uso responsabile degli antibiotici, fino allo stile di vita. È un’alleanza che può fare davvero la differenza», sottolinea il Presidente della SIP, Rino Agostiniani.
Verso una medicina su misura: il microbioma come marcatore precoce di rischio
Ma il futuro si spinge ancora oltre. La grande sfida è quella di passare da un approccio empirico a una medicina di precisione su base microbica. “Non possiamo pensare di somministrare lo stesso probiotico a tutti: serve un’analisi personalizzata e mirata, per sapere quali batteri mancano e come ripristinarli”, riprende Fasano.
Le tecnologie per farlo già esistono, ma sono ancora costose e poco accessibili. Analizzare in dettaglio il microbioma costa oggi più di 1.000 euro, e pochi professionisti sono formati per interpretare i dati. “Quando il sequenziamento del microbioma costerà come un’analisi standard delle feci – e succederà presto – allora avremo in mano uno strumento potentissimo: il microbioma diventerà un vero marcatore precoce di rischio per molte malattie croniche”, conclude Fasano.
Un nuovo terreno per la prevenzione
Si sta aprendo quindi una nuova fase della prevenzione: non solo infezioni, ma anche infiammazioni croniche, disturbi del metabolismo e del neurosviluppo. Il microbioma non è più un argomento di ricerca di nicchia: è il terreno su cui si costruisce oggi la salute di domani. La medicina pediatrica ha già contribuito a sconfiggere le grandi infezioni attraverso la prevenzione primaria con l’uso di vaccini. Ora deve raccogliere la seconda sfida: prevenire le malattie infiammatorie croniche intervenendo nei primi anni di vita, sul microbioma. È una rivoluzione già in atto.
I CINQUE PILASTRI DELL’INFIAMMAZIONE CRONICA PRECOCE Secondo il prof. Alessio Fasano, sono 5 i pilastri che trasformano una predisposizione genetica in malattia conclamata. Due di questi – microbioma e barriera intestinale – sono modificabili, ed è lì che possiamo agire.
Genetica. È il patrimonio ereditario con cui nasciamo. Non si può cambiare, ma da solo non determina la comparsa delle malattie multifattoriali.
Fattori ambientali. Inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, stress cronico: elementi spesso fuori dal controllo individuale, ma con forte impatto pro-infiammatorio.
Permeabilità intestinale. Quando la barriera intestinale è compromessa, sostanze nocive possono entrare in circolo e attivare una risposta immunitaria inappropriata.
Sistema immunitario iperattivo. Se programmato male nei primi anni di vita, reagisce anche in assenza di reali minacce, favorendo uno stato di infiammazione cronica.
Microbioma. È uno degli elementi più influenzabili. Nei primi 1.000 giorni di vita, fattori come parto cesareo, uso di antibiotici, alimentazione e stile di vita (incluso una vita sedentaria, uso indiscriminato di dispositivi elettronici, o igiene del sonno) possono alterarlo o favorirne l’equilibrio. Un microbioma in salute aiuta a modulare correttamente la risposta immunitaria
Comments