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VIVA LE DIFFERENZE!



I bambini notano le differenze, ma non giudicano. Insegnare ai più piccoli il valore della diversità, dell’inclusione e della multiculturalità significa dar loro un’ulteriore opportunità di crescita e di sviluppo.

La varietà è arricchimento. E per fortuna, non siamo tutti uguali. A partire da queste considerazioni è possibile spiegare ai bambini il valore della diversità sin da quando sono piccolissimi. Le bambine e i bambini, infatti, notano le differenze, ma non si pongono in maniera giudicante rispetto a esse. Almeno fino a quando non si instilla in loro il pregiudizio verso “il diverso” a causa degli stereotipi indotti dall’esterno. Per questo è essenziale parlare loro della ricchezza, della magia e delle opportunità che risiedono nell’incontro con la diversità.

Come parlare ai bambini della diversità

Il concetto che va spiegato con chiarezza ai più piccoli è: siamo tutti diversi, ma pari.

A partire da questo principio si snodano riflessioni sull’inclusione e l’accoglienza di tutto ciò che è differente, ma non per questo di minor valore. Per parlare ai bambini di diversità è bene, quindi, spiegare subito che ognuno ha la propria modalità di esistere e di confrontarsi con gli altri. Ed è proprio questa differenza a rendere ognuno unico, ma pari agli altri per quel che riguarda valore, diritti e doveri. Detto questo, il consiglio fondamentale per affrontare la questione con i più piccoli è quello di usare sempre sincerità e semplicità. E ovviamente è anche quello di assecondare le curiosità, non eludendo le domande e usando un linguaggio comprensibile e adatto all’età del bambino.

Accogliere i dubbi sulla diversità per educare bambini gentili e accoglienti

I bambini, si sa, sono osservatori attenti e sin da piccolissimi notano ciò che è diverso da loro e dal mondo che conoscono. Man mano che il loro microcosmo si dilata, i più piccoli si rendono anche conto di nuovi dettagli e di caratteristiche che stimolano la domanda “perché lui/lei è così?”. Si tratta di un quesito semplice, lecito per un piccolo essere umano che si affaccia alla conoscenza del mondo e al quale i genitori devono rispondere senza mostrare imbarazzo, confusione e perplessità.

Nello sperimentare le varietà della vita, potrà infatti accadere che - in ordine sparso - un bambino che vive solo con il papà o con la mamma possa provare curiosità per quell’amichetta che ha entrambi i genitori, oppure che una bambina si chieda perché la sua compagna di banco sia “marrone” mentre lei ha la pelle “rosa-beige”. E poi, ancora, ci saranno incontri con bambini in carrozzina, con gli occhi a mandorla, bambini che non riescono a star fermi un attimo o che non dicono mai una parola o ragazzine con un velo che copre il capo. Insomma, ogni bambino e ogni bambina, crescendo, incontrerà qualche caratteristica che non conosce ancora e alle sue domande bisognerà rispondere con serenità, spiegando che esistono patologie che rendono speciali, esistono le religioni, esistono le etnie ed esistono tanti tipi di famiglie e di amore. E che nella diversità sussistono opportunità di crescita e di sviluppo.

Come rispondere alle domande sulla diversità

Il punto di partenza per rispondere con serenità alle domande sulla diversità è la semplicità. Se un bambino chiede, in modo, diretto: “perché lei/lui è diverso da…?” non sorvolate sulla domanda, non cercate scappatoie ma trovate parole adatte e rispettose per spiegare da dove derivi la caratteristica che il bambino ha notato. Quando si parla di diversità, è essenziale non fingere che non esistano: questo farebbe sentire i bambini inopportuni e insicuri rispetto alla loro percezione del mondo, nonché quasi in colpa per aver notato qualcosa che non avrebbe dovuto destare la loro curiosità.

Il passaggio successivo è spiegare che tutti siamo diversi e che non esiste la normalità al cui confronto tutto il resto è sbagliato o di minor valore. Dalla teoria si può passare alla pratica e all’esempio, facendo notare ai più piccoli in che modo tutti siamo unici e che trovare due persone uguali è davvero impossibile (persino nel caso dei gemelli omozigoti che comunque avranno un modo di pensare e rapportarsi al mondo totalmente diverso!). Basterà stimolare il dialogo e far ricordare ai bambini le piccole differenze che conoscevano già prima della nuova scoperta. In questo modo, capiranno che l’accoglienza delle specificità è già insita nella loro crescita.

Inoltre, un ottimo modo per parlare delle opportunità che nascono dall’incontro con la diversità è quello di individuare i punti di forza in ognuno, quelli che ci rendono, quindi, speciali. Un esempio? Un bambino figlio di migranti potrà insegnare agli altri a dire grazie nella lingua dei suoi genitori, la bambina con gli occhiali potrà raccontare ai compagni i due modi in cui osserva il cielo se li indossa o meno e il bambino figlio unico spiegherà al compagno che ha tre fratelli come si vive da soli a casa con due adulti.

L’esempio dei genitori: il rispetto come educazione alle differenze

Come sempre, il buon esempio è tutto. Genitori che rispettano e accolgono le differenze saranno in grado di muoversi con disinvoltura tra le domande, anche spiazzanti, dei più piccoli. Non usare stereotipi, non parlare di normalità e tolleranza ma di accoglienza, varietà ed equità sono senza dubbio ottimi punti di partenza per introdurre il concetto della diversità senza alcun disagio. Per un genitore, infatti, può essere utile provare a spiegare ai bambini, con parole comprensibili a seconda dell’età, che guardare il mondo da punti di vista differenti dal proprio è un perfetto allenamento per comprendere gli altri. Un modo per educare i più piccoli alla bellezza della diversità e ai principi di equità ed inclusione è quello di proporre loro, sin da piccolissimi, letture, filastrocche e giochi che parlino dell’altrove, di multiculturalità, di altri paesi e di disabilità. Inserire libri, cartoni, canzoni e un linguaggio senza stereotipi nel loro percorso di crescita e nel loro quotidiano, crea nei bambini una predisposizione all’accoglienza della diversità e determinerà l’atteggiamento inclusivo che farà di loro adulti empatici, gentili e senza pregiudizi.


*Articolo redatto da Primigi in collaborazione con DeAgostini

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