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COME DIRE AI VOSTRI BAMBINI CHE BABBO NATALE NON ESISTE

Per alcuni fu una cocente delusione, altri invece faticano a ricordare il momento in cui apparve chiaro che Babbo Natale era soltanto una favola, per quanto piuttosto piacevole. Quale che sia il caso, la scoperta della verità è un momento di crescita per tutti i bambini.


«In comune a tutte le versioni della storia di Babbo Natale vi è la presenza di un uomo di una certa età, benevolo, che ama i bambini e porta loro dei doni» spiega la dottoressa Nadia Bruschweiler-Stern, pediatra e psichiatra infantile, fondatrice del Centre Brazelton Suisse di Ginevra e collaboratrice degli Hôpitaux Universitaires. «Questi elementi nutrono positivamente l’immaginario del bambino e gli forniscono degli strumenti che si riveleranno utili più in là con gli anni».


LA SVOLTA: SCOPRIRE CHE BABBO NATALE NON ESISTE

Alle volte, sono gli amici a svelare il segreto oppure ci sono le incongruenze nei racconti che riguardano Babbo Natale, la scarsa plausibilità dei fatti narrati, il cogliere sul fatto i genitori che ripongono i doni sotto l’albero: sono molti i fattori che spingono il bambino a porsi delle domande.


L’età in cui questo può accadere è molto variabile, spesso intorno ai cinque anni e fino ai sette. Prima, l’esistenza di Babbo Natale non viene messa in dubbio perché fa parte di tutta una serie di cose del mondo impossibili da comprendere per il bambino piccolo.


«La svolta avviene quando il bambino chiede seriamente, guardandoci negli occhi, se Babbo Natale esiste davvero. È un momento cruciale» spiega la dottoressa. Ad essere decisivo è l’atteggiamento degli adulti, «perché qui ad essere in gioco non solo è la veridicità di una favola, ma il rapporto figlio-genitore e la fiducia che i bambini nutrono in noi. Non possiamo insegnare loro a dire la verità e poi mentire». Il rischio è che i bambini lo percepiscano come «un vero e proprio tradimento». Che cosa bisogna fare, dunque? «Una buona strategia è quella di coinvolgerli, chiedendo loro “Tu cosa ne pensi”? e poi spiegare che no, Babbo Natale non esiste, ma possiamo fare “come se” esistesse, a noi piace così, magari continuando a scambiarsi i doni come prima».


In questo modo, vengono mantenuti i riti piacevoli cui si aggiunge una nuova complicità del bimbo con i suoi genitori. «Il ragionamento “Io so che tu sai che io so che Babbo Natale non esiste ma noi facciamo finta che esista davvero” - spiega la Bruschweiler-Stern - è un meccanismo cognitivo d’intersoggettivitàche rinforza la relazione con gli altri e va anche a supporto della fiducia in sé stesso del bambino, che si sente incluso nel mondo dei grandi che “sanno ma fanno finta” per mantenere la magia del Natale».



L’IMPORTANZA DI BABBO NATALE

I benefici di Babbo Natale non finiscono qui: la sua storia permette di trasmettere molti valori e ogni famiglia decide quali evidenziare maggiormente. Oltre alla condivisione di una tradizione, il bambino impara la generosità («Egli porta i regali a tutti i bambini del mondo»), la condivisione («Prepariamo anche qualcosa per lui e le sue renne»), la proporzione («Non può portare regali voluminosi, deve fare il giro del mondo»), lo sforzo («sii bravo, altrimenti non ti meriterai i suoi doni») ma anche e soprattutto la pazienza. Infatti, «per un bambino attendere una data non negoziabile, ma stabilita dal calendario, è molto educativo: sperimenta la gioia dell’attesa che cresce, la condivide con gli altri e impara la pazienza» dice la pediatra che spiega come lo sfruttamento commerciale del Natale possa, anticipando la consegna dei doni, inficiare questo meccanismo.


QUANDO BABBO NATALE FA PAURA

A volte, i piccoli in lui non vedono un vecchietto benevolo ma uomo burbero che viene di notte e incute timore. Quella barba bianca che non permette di vedere bene l’espressione del volto può fare paura. «Mai forzare i piccoli spaventati, rispettare i loro tempi, stando loro vicini e permettendo loro di guardare Babbo Natale da lontano, spiegando magari che quello è “il Babbo Natale del centro commerciale”» ammonisce la dottoressa che spiega come molto dipenda anche da come questa figura viene presentata in famiglia. Alle volte, infatti, si tende a percepire Babbo Natale come una minaccia, una figura che quando i bambini non si comportano bene non porta doni e che si può anche arrabbiare.


«Babbo Natale deve rimanere una figura positiva», in caso contrario, tutto si confonde nella mente del piccolo e potrebbero essere a rischio i benefici di questo rituale.



Tratto da: La Stampa

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