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MALATTIE DELLA PELLE: COME DISTRARRE I BAMBINI DAL PRURITO?

La dermatite atopica, patologia della pelle tra le più diffuse in età pediatrica, colpisce circa 1 bambino su 5. Le ittiosi, gruppo di malattie genetiche rare, a seconda della forma ne colpiscono da 1 su 3.000 a 1 su 200.000. Le caratteristiche comuni sono l’alterazione della barriera cutanea, la secchezza, il prurito e la necessità di cure continue. Sono croniche e incidono sulla qualità di vita dei pazienti e dei familiari per il disagio estetico, per l’impatto emotivo, per complessità delle terapie e per il prurito. Una guida messa a punto dagli esperti del Bambino Gesù spiega ai genitori quali sono le tecniche per distogliere l’attenzione dei bambini quando si manifesta questo fastidioso sintomo.


LE TECNICHE DI DISTRAZIONE DAL PRURITO


  • Respirazione

  • Rilassamento

  • Visualizzazione

  • Immaginazione guidata

  • Desensibilizzazione

Sono alcune tecniche, non farmacologiche, di documentata efficacia nella gestione del dolore acuto e cronico che possono essere adattate al prurito. Servono a facilitare il controllo delle sensazioni spiacevoli legate alle medicazioni e al prurito, spostando l’attenzione dei bambini su uno stimolo alternativo, come il gioco. Prevedono il coinvolgimento dei genitori e dei fratellini e possono essere utilizzate durante l’applicazione della terapia o quando il prurito diventa più insopportabile. In questi momenti, ad esempio, si può invitare il bambino a respirare in modo lento e profondo, a manipolare uno dei suoi oggetti preferiti o a creare storie fantastiche (distrazione), a immaginare una sala di controllo con tanti pulsanti che spengono il dolore (visualizzazione), a dare un’immagine al dolore/prurito abbassando gradualmente l’intensità (desensibilizzazione).


Il trattamento più efficace per la maggior parte delle forme di dermatite atopica si basa sulla terapia locale. Si tratta di medicazioni spesso impegnative in termini di tempo, che richiedono l’uso giornaliero anche di 2 o 3 prodotti diversi. Le difficoltà legate alla cura possono portare alla mancata adesione al trattamento e quindi al fallimento terapeutico.



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