Time In: alternativa alle punizione e al Time Out
Un'alternativa alle punizioni e al Time Out dalla Positive Discipline è il Time In. Non è una ricompensa, non è un premio, è bensì del tempo per calmarsi e imparare a gestire le proprie emozioni.

Già il metodo comportamentale dello Yale Parenting Method che ha sperimentazioni e statistiche di successo alle sue spalle da decenni, ci conferma che: le punizioni in generale non funzionano a lungo termine; l'unica punizione concepita e efficace è il Time out rispettoso; il Time Out per essere efficace deve essere raro e occasionale e solo per atti veramente violenti a danno di altri. Tutto il resto non va punito ma esistono altri mezzi più adatti.
Il Time In è una alternativa alla punizione per tutti quei comportamenti definiti capricci e quelle reazioni aggressive, maleducate ma non violente contro qualcuno in specifico. Questo metodo consiste, per esempio, nel portare il figlio (dai 3/4 ai 7/8 anni) a leggere sul divano con te, stare seduti insieme in silenzio sul cuscinone della calma (se ne avete uno in casa), fare un disegno della calma, raccontarsi una storia…
La differenza con il Time Out, che deve essere raro e occasionale, è che il Time In ha un’utilità propositiva, mostra la via per il giusto atteggiamento emotivo.
Nel Time In il genitore resta, almeno per i primi 5 minuti, con il figlio e lo guida a calmarsi, calmare le onde cerebrali e ad assorbire la sua stessa calma. Ecco perché, per effetto dell'empatia e dell'influenza delle onde elettromagnetiche del cuore, il genitore deve restare veramente e profondamente calmo.
Come fa il genitore a restare calmo? Io faccio semplicemente così: guardo mia figlia, penso a quanto la amo, penso a quanto sia perfetta e bella così com'è e poi penso a lei da grande, alla persona che diventerà, e così mi ammorbidisco e mi calmo.
Se proprio non funziona, allora posticipo il suo Time In di un paio i minuti fintanto che io non ho raggiunto la calma adeguata. Funziona sempre così? A volte me ne esco io con quel giudizio assolutamente inutile ma pace, poi mi riprendo. L’importante non è essere perfetti, è rimediare.

Ritorniamo al nostro Time In come alternativa alle punizioni e al classico Time Out. Pur restando un mezzo efficace, il Time Out deve essere adottato solo per violenza e raramente. Quanto raramente? Una volta al mese? Massimo una volta a settimana. Non più di così, altrimenti il figlio ci si abitua, non lo considera più un evento eccezionale e lo ignora. L'apprendimento allora è vano.
Il Time In insegna al bambino che diventa pre-adolescente a gestire i propri momenti di sovraccarico cerebrale, stanchezza, esuberanza e lo guida a calmarsi da solo, anche a isolarsi per imparare a gestire le proprie emozioni da solo. Il Time In ha scopo costruttivo, di auto-gestione e auto-raffreddamento potremmo dire.
Tratto da: Debora Conti