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Logopedia on-line i tempi del Covid

Lasciamo a casa i bambini (e non solo). In questo momento storico i bambini possono rappresentare i portatori sani più importanti del coronavirus. I bambini solitamente si puliscono il naso con le dita, con le mani e con le braccia, toccano tutto e sempre, tossiscono e starnutiscono senza coprirsi la bocca. Fanno quello che ci piace molto, ma che ora può essere un limite, ci baciano con amore, con tanta saliva e secrezioni annesse. Tanti medici sostengono che proprio questo rappresenti la più grande insidia. Per questo motivo la decisione relativa alla chiusura delle scuole risulta essere opportuna ed efficace. I bambini potrebbero portare il virus ovunque, negli uffici, negli ambulatori e nelle sale d’aspetto, un po’ dappertutto. I bambini rappresenterebbero quindi un mezzo, un dolcissimo, ma fortissimo tramite. Loro continuano a stare bene, ma noi adulti possiamo magari ammalarci.

Lasciamoli a casa il più possibile. Il mio dovere è quello di comunicare che esiste ancora la possibilità della rieducazione logopedica per i bambini che la richiedono. Io lascio i bambini a casa da sempre, a prescindere dal virus. Il mio metodo logopedico implica il coinvolgimento dei genitori, non dei bambini direttamente. La mamma o il papà, con i tempi che corrono, possono tranquillamente trovare un canale di comunicazione online attraverso il quale io, come faccio solitamente, posso trasmettere le nozioni utili alla risoluzione del caso specifico, di settimana in settimana, o mensilmente, dipende dal caso. La mia rieducazione logopedica non è mai standardizzata, ma è sempre mirata alle necessità del bambino nella sua unicità. Da tanti anni applico la rieducazione logopedica indiretta, perché penso che i genitori debbano diventare i veri conduttori di tutte quelle nozioni fini al consolidamento degli apprendimenti dei propri figli, senza delegare totalmente figure esterne. Il linguaggio e gli apprendimenti scolastici sono oggi i versanti maggiormente considerati, nel bene e nel male, obiettivo comune deve essere quello di raggiungere il consolidamento di conoscenze fruttuose, senza scardinare alcun equilibrio, oggi più che mai. Il mio lavoro prosegue, lo smart working deve e dovrà essere il giusto compromesso, utilizzando il buon senso e il raziocinio.