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TEMPO DI ALLERGIE: ANTISTAMINICO IN GRAVIDANZA, SI' O NO?


Che relazione c’è tra allergie e gravidanza? Risponde il dottor Gianalfredo Franzoni, ginecologo di Humanitas San Pio X.

La gravidanza è una di quelle situazioni nelle quali la storia dell’allergia può cambiare: il dottore dice che l’allergia è una risposta esagerata del sistema immunitario verso allergeni che ad altre persone non determinano nessuna reazione. "In alcune condizioni, l’organismo può rispondere in maniera diversa e la gravidanza è una di queste. Tuttavia la gestazione, di per sé, non necessariamente aumenta il rischio di insorgenza di reazioni allergiche: questa tendenza può anche diminuire o restare inalterata», spiega il dottor Franzoni. «Questo perché, proprio per permettere l’inizio della gravidanza, e dunque evitare il rigetto dell’embrione, in special modo nelle prime 12 settimane dal concepimento, il sistema immunitario della donna è come se fosse un po’ acquietato".


Cosa può succedere al feto in caso di allergia?

"In gravidanza la donna può manifestare minore tolleranza a forme di allergia che altrimenti sopporterebbe con facilità: è più stanca e non dorme con serenità. Se a questa condizione di stress si aggiunge anche l’allergia, la donna si affatica di più. Per questo bisogna adottare le strategie più efficaci per farla stare bene".

L'esperto aggiunge che "In ogni caso, sono stati segnalati, in particolare, rischi per la crescita del feto in caso di asma non trattato o di riniti allergiche e qualche disturbo funzionale della placenta se l’intolleranza asmatica è prolungata».

La reazione del sistema immunitario agli allergeni riguarda soggetti geneticamente predisposti: "Questo è l’unico tratto che una mamma allergica può lasciare in eredità al figlio; si tratta di una predisposizione genetica generica e non legata a una singola forma allergica. Pertanto non ci sono rischi di trasmissione madre-figlio di allergie, né in generale né per la specifica allergia di cui soffre la mamma".


La terapia dell’allergia in gravidanza è peculiare

"L’intervento è personalizzato, senza il ricorso eccessivo ai farmaci dal momento che a una donna incinta è sempre meglio somministrare meno farmaci possibile. È importante evitare, in linea di massima, gli antistaminici, in particolare nel primo trimestre. Il trattamento dell’allergia dipende dai distretti dell’organismo interessati dalle reazioni più che dagli allergeni. Se la reazione è a carico delle vie aeree si può intervenire con le docce nasali, ovvero con la semplice pulizia delle fosse nasali per allontanare gli allergeni, e utilizzare gli spray decongestionanti al cortisone, che non interferiscono con la salute del feto; se è interessata la cute (con eczema o eritemi) anche in questo caso pensiamo a terapie topiche a base di cortisone, soprattutto per prurito e gonfiore (una reazione comune all’allergia alimentare e al nichel). Una raccomandazione sempre valida è quella di evitare la frequentazione dei luoghi in cui può avvenire il contatto con gli allergeni: dagli spazi verdi agli ambienti domestici con animali da compagnia".

Può capitare, infine, che una donna si scopra per la prima volta allergica proprio in gravidanza? "Può succedere. E se dovesse capitare l’invito è, come sempre, quello di rivolgersi alla figura sanitaria di riferimento, ovvero al ginecologo", conclude il dottor Franzoni.


Tratto da: Humanitas Salute

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