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Quando i genitori si separano

Sono tante le famiglie chi si trovano ad affrontare momenti di difficoltà durante la separazione. Spesso i genitori non sanno come spiegare la separazione ai propri figli, come rispondere alle loro domande, come gestire i loro comportamenti, ecc...

Quando i genitori si separano i bambini sono travolti da profonde emozioni di confusione, tristezza e rabbia. A volte mettono in atto comportamenti aggressivi o, al contrario, tendono a chiudersi in sé stessi; può capitare che i bambini inizino ad andare male a scuola o si rifiutino, senza apparente motivo, di stare con uno dei due genitori.

A volte fanno domande e chiedono spiegazioni ai genitori, mentre altri bambini non sanno con chi parlarne perché temono di ferire mamma e papà. Ci sono bimbi che, invece, quando i genitori si separano sembrano vivere serenamente il cambiamento.

Come sempre, non è possibile dare una risposta univoca: quando i genitori si separano entrano in gioco diversi fattori, che influenzeranno i vissuti e le emozioni esperite dai bambini. Molte ricerche hanno cercato di capire quali conseguenze può avere la separazione nella vita dei bambini: i dati, però, dimostrano, che non è tanto la separazione in sé a creare disagio, ma il livello di conflittualità presente tra i genitori.

Le continue lotte tra mamma e papà, gli estenuanti litigi e la triangolazione del bambino all'interno di questa conflittualità sono gli elementi che possono sviluppare conseguenze anche molto importanti per lo sviluppo dei figli.

E i nuovi compagni di mamma e papà? Un altro tema che spesso mi viene portato è quello appunto dell'ingresso di un nuovo partner nella vita dei genitori. Anche chi si trova a ricostituire una nuova famiglia (la cosiddetta famiglia allargata) è spesso in preda a molti dubbi, per sé e per i propri figli. Poi c’è il difficile rapporto con i figli dei nuovi compagni, la gelosia dei propri figli, e così via.

La separazione è per definizione un evento complesso, che porta con sé innumerevoli trasformazioni e cambiamenti; la scelta di ricomporre un nuovo nucleo familiare aggiunge ulteriore complessità e richiede particolare attenzione. La complessità è tangibile già dal fatto che non vi sia un nome per definire il nuovo compagno della mamma o del papà. Ed è interessante vedere come il nome con cui viene scelto di chiamare questa persona assume un significato particolare: indicarlo con “quella li” o “quello li” è diverso da utilizzare il loro nome o alcuni vezzeggiativi. I nuovi compagni rivestono un ruolo complesso e di difficile equilibrio: non devono sostituirsi ai genitori, ma allo stesso tempo vivono con i bambini la quotidianità, con le sue gioie e le sue fatiche. I nuovi compagni devono entrare in punta di piedi nella vita dei bambini, ma allo stesso tempo occorre che essi siano presenti come figure di riferimento: devono essere aperti e flessibili, adottare un comportamento empatico ed evitare atteggiamenti difensivi o aggressivi, non rispondendo a eventuali provocazioni e paragoni con il genitore naturale.



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