Come disinfettare le superfici contro il Coronavirus
COME SI TRASMETTE IL CORONAVIRUS
A proposito del Covid 19 sappiamo che si trasmette principalmente per via aerea, tramite saliva e le secrezioni delle vie aeree superiori (tosse o starnuti); ma anche per contatto diretto ravvicinato, con la stretta di mano e toccando con le mani contaminate le mucose di bocca, naso e occhi.
Un’altra possibilità di contagio da non sottovalutare è quella che avviene in modo indiretto, tramite il contatto con superfici o oggetti contaminati dal virus che, sempre tramite le mani, passa poi alle mucose.
Essendo l’agente patogeno ancora poco conosciuto, attualmente non si può escludere che esistano modi di trasmissione in parte differenti da quelle già conosciuti per altri virus dello stesso ceppo. Studi recenti dimostrano che la resistenza del coronavirus sulle superfici varia a seconda del materiale. I dati disponibili sono ancora preliminari ma sembrano confermare gli studi effettuati in questi anni sugli altri virus della stessa famiglia.
LA RESISTENZA DEL CORONAVIRUS SUI MATERIALI
Roberto Burioni, virologo e divulgatore scientifico, tramite il suo editoriale MedicalFact ci aiuta ad analizzare i dati delle recenti pubblicazioni scientifiche facendo un po’ di chiarezza.
Ecco cosa hanno dimostrato gli studi in laboratorio a proposito della capacità infettiva del coronavirus sui diversi materiali, ad una temperatura ambientale di circa 23 gradi:
Rame – più di 4 ore per il completo abbattimento dell’infettività
Cartone – 24 ore per il completo abbattimento dell’infettività
Acciaio Inossidabile – 48 ore per il completo abbattimento dell’infettività
Plastica – 72 ore per il completo abbattimento dell’infettività
Solo le particelle virali integre sono infettive. Con il passare delle ore la capacità infettiva del virus si riduce ma è necessario che passino giorni prima che si annulli completamente.
COSA FARE PER RIDURRE IL RISCHIO DI CONTAGIO
Le raccomandazioni più importanti riguardano:
– L’igiene delle mani che devono essere lavate accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi.
– L’igiene delle superfici è estremamente importante. Il virus viene disattivato sulla pelle da acqua e sapone e sulle superfici da altri detergenti.
– Evitare di toccarsi il viso con le mani.
– Evitare qualsiasi contatto con altre persone e mantenere sempre la distanza di sicurezza, l’isolamento sociale al momento è l’unico strumento efficace per il contenimento della pandemia.
PICCOLI IMPORTANTI ACCORGIMENTI IGIENICI
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di non trascurare l’igiene degli oggetti che si usano di frequente: cellulare, auricolari, mouse e tastiera, microfono. Affinchè la capacità infettiva del virus sia completamente disattivata, è necessario detergere le superfici con disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’1% (candeggina).
Utilizzare questi prodotti e prediligere i disinfettanti con la dicitura “presidio medico chirurgico”. Evitare soluzioni disinfettanti fatte in casa. Numerosi studi smentiscono l’efficacia dei disinfettanti fai da te o consigliano di farlo seguendo rigorosamente le indicazioni dell’OMS per preparare il gel disinfettante.
GEL DISINFETTANTE FAI DA TE: LA RICETTA DELL’OMS
Ingredienti per 1 litro di detergente:
– Alcol per liquori che trovate al supermercato – Acqua ossigenata 3% – Glicerina, o glicerolo
– Acqua bollente
Versate in un recipiente graduato e ben pulito circa 833 ml di alcol, 43 ml di acqua ossigenata con l’ausilio di una siringa e mescolate. Aggiungete poi 15 ml di glicerina e mescolate bene Poi, con una siringa, prendete 42 ml di acqua ossigenata, aggiungetela all’alcol e mescolate. Aggiungete poi l’acqua che avete fatto bollire nella quantità necessaria per arrivare al volume totale di un litro.
DISINFETTARE I CAPI IN LAVATRICE
Per i tessuti sfoderabili è consigliato eseguire lavaggi in lavatrice a minimo 70 gradi, eventualmente aggiungere al normale detersivo altre soluzioni disinfettanti. E’ consigliato lasciare fuori casa scarpe e abiti prima di rientrare, quando si è stati in ambienti potenzialmente a rischio.
Tratto da SosPediatra