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Il gatto di Halloween

Narrano le storie di paura della nostra famiglia che nelle notti di nebbia dalla campagna un rantolio sinistro si avvicini alla casa con un rumore pauroso di passi incerti... “Ma mamma lo sai che è Pietrino! Arriva per la pappa e le coccole!” Pietrino è detto il gatto di Halloween perchè è piccolo, nero, con il respiro un po’ a fischietto dovuto al suo passato randagio ma soprattutto con 3 zampe.

Narra sempre la leggenda (e posso confermare) che una notte d’estate il nonno si precipitò in giardino dopo aver distintamente sentito un disperato pianto di gatto seguito dalla frettolosa ripartenza della macchina che l’aveva scaricato. Il nonno Franco riconosce i suoi gatti dal miagolio e sapeva che questo non era un gatto della tribù. Le ricerche notturne sono vane, la mattina dopo viene avvistato in giardino vistosamente zoppo ma si dilegua.

Al quarto giorno di ricerca il nonno ci manda a chiamare annunciando di averlo localizzato, che è vivo ma per poco e che si trova nel fitto di una siepe in posizione irraggiungibile. Io e mia sorella partiamo in spedizione armate di tagliarami e croccantini con un seguito di 3 bambini molto interessati (e io al 5 mese di gravidanza...). Dopo una manovra di accerchiamento e un consistente danno alla siepe scopriamo che il gatto non era così moribondo e ha la forza di trascinarsi ancora più in profondità. Il recupero avviene alla fine solo grazie alla fame e al richiamo dei croccantini.

Urge naturalmente un veterinario che non c’è mai quando serve anche se ne hai sposato uno, quindi chiamo un collega di mio marito che mi riceve con bambini al seguito che non erano ovviamente disposti ad aspettare a casa. Fortunatamente il veterinario è un amico molto comprensivo che non mi prende per pazza pur essendomi presentata infangata, con il gatto nella prima scatola di cartone che ho trovato, accompagnata da 3 nani, con una vistosa pancia e qualche ragnatela in testa: una scappata di casa insomma.

E lì scopriamo che la zampa di Pietrino va amputata fino al femore perchè è stato investito probabilmente da chi l’ha abbandonato, che è sostanzialmente sano e sterilizzato ma soprattutto che fa tante fusa a tutti. Ovviamente è subito amore. Lo affidiamo fiduciosi alle cure del veterinario. Il viaggio di ritorno è scandito dal sottofondo ripetuto a oltranza “Mamma il micio male zampa” seguito dal mantra del giorno delle dimissioni “Mamma micio è guarito”. Meno male. Inutile dire che Pietrino si è inserito alla grande nella tribù della Margonellina (la casa del nonno) e ha imparato anche a salire sugli alberi.

Viene prontamente ribattezzato il gatto Halloween per l’aspetto suggestivo e non mi stupirei di vederlo, un giorno o l’altro, volare su una scopa.

È il compagno di giochi preferito del cane e alla sera cerca di infilarsi in casa per fare le coccole con i bambini.

È stato la miglior spiegazione che potessi dare ai miei figli sulla diversità, sulle limitazioni solo apparenti, sul superamento delle gravi difficoltà che si possono incontrare e sull’affetto che dà e riceve perchè non è in base al numero di zampe.

Elisa Pincella

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